Mantis religiosa - Terra di Maremma

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Mantide religiosa (Mantis religiosa)
La mantide religiosa (Mantis religiosa Linnaeus, 1758), denominata anche mantide europea, è una delle specie più comuni dell'ordine Mantodea.

Etimologia
Il nome del genere deriva dal greco "Mantis", cioè profeta, indovino, e fa riferimento alla postura delle zampe anteriori che ricorda un atteggiamento di preghiera.

Descrizione
La femmina è lunga circa 7,5 cm, il maschio 6 cm. La sua colorazione varia dal verde brillante al marrone chiaro. Altra caratteristica è la presenza di due chiazze nere, una per ogni zampaanteriore, lato interno, simili ad un occhio quando mostrate a scopo difensivo. Ha due paia di ali attaccate sul dorso in corrispondenza della coppia di zampe posteriori e mediane.

Biologia
Le neanidi della mantide in natura nascono in maggio/giugno, per diventare adulte nel mese di agosto. Le uova vengono deposte in ooteche, prodotte dalla femmina, durante la stagione fredda. Ogni ooteca contiene in media 60-70 uova e può arrivare fino a 200.
L'accoppiamento delle mantidi è caratterizzato da cannibalismo post-nuziale: la femmina, dopo essersi accoppiata, o anche durante l'atto, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nell'accoppiamento. Questo comportamento è dovuto al bisogno di proteine, necessarie ad una rapida produzione di uova; prova ne è che la femmina d'allevamento, essendo ben nutrita, spesso "risparmia" il maschio.
Si nutrono di mosche, grilli e altri piccoli insetti.
Sanno camuffarsi facilmente tra le foglie, dove aspettano immobili le loro prede. Per difendersi dagli attacchi di insetti antagonisti la mantide apre di scatto le proprie ali per sembrare più grande.

Distribuzione
Le mantidi sono originarie dell'Africa, da cui si diffusero rapidamente nell'Europa meridionale e all'Asia minore. Si è diffusa anche in Nord America a partire dal 1899, forse importata accidentalmente con un carico di piante da vivaio.
La loro diffusione dipende soprattutto dalla richiesta di alte temperature. La loro presenza è infatti notevolmente inferiore nell'Europa centrale e quasi inesistente nell'Europa del Nord. In Germania sono considerati animali protetti e la loro cattura è vietata.
In Italia è abbastanza comune in tutto il territorio, dalle zone prealpine sino alla fascia costiera, isole comprese.

Fonte WIKIPEDIA
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